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Florence 1919 or 1920. At the time, Count Camillo Negroni was a regular at the aristocratic Caffè Casoni. One day he wanted something a little bit stronger than his usual Americano so he asked Fosco Scarselli, the barman, to add a dash of gin rather than soda to the drink, in honour of his recent trips to London. The new cocktail became ‘the usual’ for the Count and soon the ‘Count Negroni-style Americano aperitif’ for everybody else. In the 1950s, the cocktail became very popular in Italy and then worldwide with even Ian Fleming citing the Negroni Cocktail in one of the episodes of his famous James Bond saga.

With a deeply Eighties soul and rich in the typical flavors of the period, Espresso Martini was invented by English bartender Dick Bradsell. It seems that one day a famous and beloved model of the 80s showed up in her London club (some sources speak of Kate Moss, others are more certain that she is Naomi Campbell, but the identity of the protagonist has never been confirmed) in search of a real "jolt" of energy. The request was very precise: a cocktail that first woke her up, then overwhelmed her - for a crackling evening without yawning. So, without hesitation, Bradsell combined vodka, a cup of espresso coffee, sugar, a coffee liqueur and created one of the most beloved fresh and energizing must of modern mixology.

This classic twist on because of its name and its taste is an evocative one. By drinking this cocktail we start a journey to a magic and uncommon place: a blooming garden in the cold Russia.To the first sip we’re surrounded by a landscape which is very different from the traditional one of the hard Russian winter.We’re in the exact moment when, after months of black and white, Moscow is coloured thanks to the short and intense spring flowering. The white elderflower, magic plants that blooms between March and April, is the first ingredient of this fresh, fragrant and fruity cocktail.

Iconically pink, the Cosmopolitan was born at the hands of Cheryl Cook, bartender and owner of The Strand in Miami. His words describe the birth of the drink better than anyone else: "It was about 1985; Martini was making a comeback, with its classic glass. The women didn't seem to like cocktails very much but liked to be seen with the martini glass in hand. This gave me the idea of ​​creating a cocktail that would appeal to anyone and fit in this classic glass".So, I took the ingredients, Absolut Citron, a dose of triple sec, a drop of Rose's Lime and enough cranberry to make it deliciously pink. In a short time the cocktail was mentioned by the famous Cosmopolitan magazine, from which Cook took inspiration for the name.

Le origini del cocktail risalgono alla fine del XIX secolo, al tempo della guerra tra Stati Uniti e Spagna: secondo alcune fonti dopo il naufragio della nave Main – nel porto dell’Avana – un marine giunse in un piccolo villaggio vicino a Santiago de Cuba, specificatamente a Daiquiri. Qui, per placare la sua sete, entrò in una sorta di baracca adibita a bar.

Dopo aver rifiutato di bere rhum liscio, ottenne un’aggiunta di succo di lime che aggiustò con dello zucchero. Ecco come venne alla luce il Daiquiri, uno dei cocktail preferiti dello scrittore Ernest Hemingway insieme al Mojito: “Il mio Mojito a La Bodeguita, il mio Daiquiri a La Floridita”.

La storia del Boulevardier inizia all’Harry’s Bar di Parigi dove lo storico barman Harry McElhone creò questo cocktail per Erskine Gwynne: sarebbe stato poi quest’ultimo a decretarne l’ingresso nei libri di storia grazie alla citazione all’interno di “Barflies and Cocktails” pubblicato nel 1927.

La fama di Erskine derivava dal fatto di essere il nipote del magnate Alfred Vanderbilt e dall’aver fondato un mensile chiamato proprio “Boulevardier”: il nome, che deriva da boulevard (strada, in francese) fu coniato all’epoca per definire una persona “di strada” nel senso positivo del termine.

Il Gimlet è un cocktail composto da gin e succo di lime. Una citazione del 1928 recita: “gin, una punta di limone e soda”. La descrizione del 1953 nel romanzo di Raymond Chandler “The Long Goodbye” stabiliva che “un vero gimlet è metà gin e metà succo di lime e niente altro”; questa affermazione è in linea con le proporzioni suggerite dal “Savoy Cocktail Book” del 1930.

L’origine del nome è confusa: la più gettonata fa riferimento al Chirurgo Ammiraglio Sir Thomas Gimlette che si dice sia stato il primo ad aver aggiunto il succo di lime al quotidiano gin dei suoi uomini della Royal Navy per aiutarli a combattere i danni dello scorbuto (malattia dovuta a carenza di vitamina C) durante le lunghe traversate oceaniche.

This classic twist on skillfully combines two different flavors, the bitter one typical of juniper and the sweet one typical of violets. The unmistakable floral notes of the buds and petals of violet blend in the acrid notes of gin with a balanced result that makes this cocktail suitable for the most disparate occasions.It is perfect during the long and cold winter months to bring an air of spring and at the same time it’s refreshing when you seek relief during the hot summer evenings.

La categoria dei sour è una delle più antiche nella storia dei cocktail, anzi si può dire che rappresenti il punto di inizio per l’arte della miscelazione: il primo a codificarne la ricetta fu infatti il grande Jerry Thomas. I sour sono basati su un equilibrio molto semplice: una parte dolce (di solito lo sciroppo di zucchero), una parte più amara data dal succo di lime o di limone e ovviamente un distillato che dà il carattere al mix.

Gli spirits più utilizzati in questo tipo di preparazione sono abitualmente il rhum (Daiquiri), il bourbon, la vodka e il gin. Il nome Gin Sour, che ovviamente rimanda alle note acide del limone, può essere fuorviante perché questo cocktail ha in realtà un equilibrio perfetto dato dall'unione tra il dolce dello zucchero, l'aspro del limone e il gusto secco del gin.

In una notte d'estate, su una spiaggia del Mediterraneo un gruppo di amici è riunito intorno al fuoco, mentre le casse trasmettono una vecchia canzone. Il master mixologist di NIO Cocktails, Patrick Pistolesi, vorrebbe che questo momento durasse per sempre. Lo cattura a modo suo, seguendo l’ispirazione: con un elegante cocktail d'autore che riesce ad avere un sapore intenso e pungente, morbido e dolce al tempo stesso. C’è la freschezza della vaniglia, il calore del liquore al caffè FAIR e del bourbon e un colore che ricorda i raggi del sole.

Manhattan cocktail has been famous since the beginning. They said that it was created around the 1870 at Manhattan Club in New York by Ian Marshall during the reception organized by Jennie Jerome (aka Lady Randolph Churchill, mother of Winston Churchill) in honor of the presidential candidate Samuel J. Tilden.The drink had a great success and became vary trendy so people begun to order it referring to the club where it was born, The Manhattan. the cocktail soon became very popular also in Europe, probably helped by its name which represents a perfect synthesis of the Big Apple enclosed in a glass.

Il Milano Torino è un cocktail controverso: nessuno sa realmente quando sia stato creato, ma una delle versioni più popolari è che sia stato inventato per celebrare la nascita dell’Autostrada A4 nel 1932, anche se è più probabile che fu creato con l’avvento della grande scuola italiana della miscelazione.

All’inizio del cosiddetto “Secolo Breve” c’erano pochi liquori disponibili nei bar: i più celebri erano certamente il Vermouth di Torino e il Campari di Milano. Unendo i due si ottenne dunque il Milano Torino, preparato direttamente nel bicchiere, con l’aggiunta di una scorza d’arancia.

The origins of this cocktail go so far back that it's tough to trust anyone who says they created it. The original name was Whiskey Cocktail as it reflected the characteristics of the classic cocktail formula laid down in 1806; spirit, sugar, water and bitters The proliferation of new liqueurs available to bartenders from the 1870s resulted in a treadmill of new 'improved' Whiskey Cocktails... but which also led to a revolt amongst those who yearned for the original drink. Hence the Old Fashioned Whiskey Cocktail.

T+ is the only real tea liqueur made in Italy. Its taste is captivating and unique and it gives this sour an unusual aromatic note and a distinctive character.Derived from the careful selection of tea leaves and a distillate of soft wheat, gives a slight energizing effect thanks to the naturally contained teat. If you taste it you will dream of sun and blue sky: we added them to the recipe for you.

Creato agli inizi degli anni '90 da Julio Bermejo, questo cocktail prende il nome del ristorante-bar di famiglia a San Francisco, autoproclamato "il miglior tequila bar sulla terra". Il Tommy's Margarita adesso si trova in tutte le cocktail list dei migliori bar del mondo e, allo stesso tempo, il piccolo ristorante di famiglia dove questo favoloso drink è nato è diventato una mecca per i bartenders e i curiosi che vogliono provare ad assaporarlo, vivendo un'esperienza indimenticabile.

Rispetto al classico Margarita ne esalta il sapore sostituendo il triple sec con lo sciroppo di agave che non a caso viene estratto da una pianta grassa del Messico: l'Agave Tequiliana Weber.

La categoria dei sour è una delle più antiche nella storia dei cocktail, anzi si può dire che rappresenti il punto di inizio per l’arte della miscelazione: il primo a codificarne la ricetta fu infatti il grande Jerry Thomas. I sour sono basati su un equilibrio molto semplice: una parte dolce (di solito lo sciroppo di zucchero), una parte più amara data dal succo di lime o di limone e ovviamente un distillato che dà il carattere al mix.

Gli spirits più utilizzati in questo tipo di preparazione sono abitualmente il rhum (Daiquiri), il bourbon, la vodka e il gin. Annoverato tra i cocktail estivi per eccellenza, il vodka sour è prefetto per chi cerca un drink leggero e fresco.

Si ritiene che il whisky sour sia stato creato dall'Inglese Elliott Stubb che, sbarcato nel porto di Iquique (al tempo appartenente allo Stato del Peru) nell'anno 1872, aprì un bar e sperimentando diversi aperitivi arrivò a miscelare l'autoctono "limon de pica" con Whisky e zucchero, creando un perfetto mix tra lo stile anglosassone e il frutto sudamericano.

In realtà questo cocktail viene già citato nel famoso libro di Jerry Thomas del 1862 "How to Mix Drinks: The Bon-vivant's Companion", anche se con una ricetta leggermente diversa. Il whiskey sour, pur avendo un’anima d’acciaio, è un cocktail avvolgente e seducente, dal sapore preciso e netto, con i profumi caramellati e affumicati del bourbon che si ritrovano rinfrescati dalla carica aromatica del limone.